Dopo otto anni e tre dischi con gli Annie Hall, perfetto connubio tra songwriting e folk anglofono, pop e sound da west coast sotto i cieli della pianura padana, Fabio Dondelli si mette in proprio e confeziona il suo esordio in italiano per Picicca Dischi e Quasimono Records dietro il moniker Il Sindaco.
Nei suoi discorsi elettorali c’è il teatro canzone di Gaber e Luporini, Raymond Carver e il folk americano, il pop inglese, i cantautori italiani, le canzoni gentili. Un disco nato senza fretta, con Bach in sottofondo mentre uno dopo l’altro lentamente scorrevano i primi nove mesi della vita di Nina, la sua prima figlia. Il Sindaco è uno di noi.
Un uomo mite che passeggia in centro a Brescia la mattina presto con le mani dietro la schiena osservando la sua città, un romantico dei tempi andati che crede ancora si possa rilanciare un nuovo partito che cambi le cose attraverso un programma onesto e ironico.
Per conquistare la fiducia dei suoi concittadini, si dota di ottima musica e parole bellissime.
Ama la buona cucina, il risotto alla zucca e il radicchio tardivo, le mele Fuji (croccanti e poco dolci) e la ricotta salata.
Fuma i sigari Soldati, indossa i cappelli Stetson e guarda in televisione il tenente Colombo.
Il Sindaco è una metafora per Fabio Dondelli, di sano ottimismo e fiducia in tempi migliori.
Un disco di cantautorato POP : intimo, fatto di una sostanza leggera ma dal peso specifico importante.
Canzoni autentiche scritte per una figlia che nasce, con la speranza che respiri presto sogni grandissimi in un Paese perbene.
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